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lunedì 29 novembre 2010

Maledetti vi amerò


Salve cari ragazzi! Quest'oggi vi segnaliamo per tempo un appuntamento interessante col cinema italiano. Si tratta di una rassegna di film dal titolo "Maledetti vi amerò: il cinema di Marco Tullio Giordana tra cronaca e storia",che si terrà a Cagliari dal 12 dicembre. E' un omaggio alla visione del mondo del celebre regista attraverso alcuni dei suoi film più significativi. Le prime due proiezioni si terranno nella Cineteca Sarda, mentre quella conclusiva nella sala congressi del THotel. A quest'ultima sarà presente lo stesso regista che parteciperà al dibattito finale. Le date sono le seguenti:
- 12/12/2010 ore 19,00 "La meglio gioventù";
- 14/12/2010 ore 19,00 "Sanguepazzo";
- 18/12/2010 ore 18,30 "I cento passi".
Per chi avesse necessità di maggiori informazioni può rivolgersi all'associazione L'Alambicco sul sito www.alambicco.org
Buona visione a tutti!

sabato 27 novembre 2010

Musica e parole


A cosa serve un blog se non a raccontarsi? raccontare di sè, delle proprie esperienze...a volte cose importanti e a volte cose piccole, anche banali, che sono succese nella nostra vita e che vorremmo che succedessero ancora.
La nostra scuola prevalentemente usa questo blog come vetrina per racconatre un po' della storia e delle tradizioni della nostra terra, per ricordarvi quanti eventi interessanti ospita la nostra città, per rassicuravi sul fatto che Cagliari non è una matropoli ...ma tranquilli, non ci annoia ;-))

Oggi invece mi piace usare queste pagine per ricordare a chi è stato qui alcuni dei momenti passati insieme....e allora usiamo la musica ...quante volte abbiamo sperimentato quanto le note di una canzone possano essere portatrici di ricordi..sensazioni ...emozioni.

E quindi dedico la canzone del link qui sotto agli studenti che sono stati qui quest'estate ..in particole a Maria Santos, Marisa, Paz (ma gli altri non si offendano) la canzone che (poverette!!! ...) hanno dovuto ascolatre tante volte alla radio della mia macchiana durante le escursioni!! e spero che questa musica sia per loro portarice di ricordi belli e intensi, la giornata al lago, l'escursione alle miniere e poi il tuffo liberatorio a Piscinas ...un tramonto cosi ..non si dimenetica ..eh???

Quindi dedicato agli studenti che sono stati qui e a quelli che vorranno venire a trovarci



un saluto affettuoso

Enrica

giovedì 25 novembre 2010

Sulla lingua italiana


Buongiorno a tutti!Quest'oggi ho trovato per caso un articolo,un po' polemico in verità, apparso sul Corriere della Sera qualche mese fa, che parla della lingua italiana e dell'uso che di essa viene fatto dagli italiani stessi, spesso in maniera errata. Essendo stato scritto da un giornalista, Cesare Segre, il linguaggio non è proprio semplicissimo. Voglio comunque proporvelo come lettura e sapere le vostre opinioni, magari in base all'idea che vi siete fatti voi stessi del nostro popolo e della nostra lingua.

Così degrada la nostra lingua
L'italiano e i registri violati
L'insegnamento della lingua italiana e il documento diffuso dalle accademie della Crusca e dei Lincei

Ha avuto giusta risonanza il documento diffuso dalle accademie della Crusca e dei Lincei sull’insegnamento della lingua italiana, che i giovani conoscono malissimo. Ma uno dei fatti che denunciano la crisi mi pare la mancanza di selettività riguardo ai cosiddetti registri. Questa parola, che i linguisti moderni hanno tratto dalla terminologia musicale, indica tutte le varietà di una lingua, impiegate a seconda del livello culturale e sociale dell’interlocutore e del tipo di situazione.

Si parla di registro aulico, colto, medio, colloquiale, familiare, popolare, ecc. Sappiamo che ci si esprime diversamente parlando a un re o a uno straccivendolo, in un’assemblea o all’osteria, a un superiore o a un compagno di bisbocce; o anche a un vecchio o a un bambino. Cambia la scelta delle parole: sventurato, sfortunato, scalognato, iellato, sfigato hanno, più o meno, lo stesso significato, ma appartengono a registri diversi. Cambia la sintassi: nel Nord il passato remoto si usa solo nei registri più alti, e l’indicativo tende a sostituire il congiuntivo; gli per «a lei» è condannato, ma usato a livello colloquiale; i dialettalismi, che insaporiscono la lingua, sono inopportuni ai livelli alti. Chi non sa usare i registri crea situazioni d’imbarazzo, e può persino offendere, quasi ricusasse le differenze tra le categorie e le funzioni sociali. Certo, si può far violenza ai registri per polemica o per esibizionismo, ma anche in quel caso occorre conoscerli; non ci si può certo appellare allo stile postmoderno, che ha già portato più equivoci che chiarimenti. I giovani sono quelli che sembrano ignorare di più i registri, e con ciò stesso si mettono in condizione d’inferiorità, perché mostrano di non aver rilevato, nel parlare, che la scelta linguistica denota la loro attitudine a posizionarsi rispetto ai propri simili, e a riconoscere il ruolo o i meriti degli interlocutori.

Il rispetto dei registri è uno di quegli atti di cortesia che rendono più scorrevoli i rapporti umani. L’individuazione dei registri è particolarmente difficile per gli stranieri, che possono anche parlare bene la nostra lingua ma non si accorgono delle stonature prodotte da interferenze tra questi: per esempio usando termini del gergo giovanile in un discorso scientifico. Si dovrebbe dunque essere pazienti quando un «vu cumprà» ci interpella col tu, ma chi gl’insegna la lingua dovrebbe fargli rilevare l’imprecisione, e soprattutto evitare di interpellarlo allo stesso modo, denunciando il proprio senso di superiorità. La nostra classe politica, che in tempi lontani annoverava ottimi parlatori e oratori, tende sempre più ad abbassare il registro, perché pensa di conquistare più facilmente il consenso ponendosi a un livello meno elevato. È la tentazione, strisciante, del populismo. Naturalmente questo implica il degrado anche delle argomentazioni, perché, ai livelli alti, il linguaggio è molto più ricco e duttile. Le conseguenze sono disastrose: da una parte si finisce per ridurre qualunque dibattito a uno scontro fra slogan contrapposti, dall’altra si favorisce la trasformazione di contrasti d’opinione in alterchi, nei quali le passioni, o i preconcetti, annullano il confronto delle idee.

Non si tiene conto del fatto che la capacità di usare il registro alto (pensiamo ai discorsi, perfetti per strategia argomentativa, dei Kennedy, dei Clinton e degli Obama) è uno degli elementi che contribuiscono alla «maestà», poca o tanta, di un personaggio politico. Il quale, mettendosi invece al livello dell’ascoltatore medio, sarà magari guardato con simpatia, ma perderà qualunque aura: cosa che alla lunga può provocare perdita di autorità. Uno degli elementi costitutivi dei registri più bassi è il turpiloquio. Purtroppo il pessimo costume di abbandonarsi al turpiloquio (a partire dal «me ne frego» fascista) si sta diffondendo ovunque, molto meno disapprovato della diffusione degli anglismi, che se non altro non feriscono il buon gusto. Forse si teme che questa disapprovazione sia considerata bacchettoneria; si dovrebbe invece formulare una condanna esclusivamente estetica. Anche qui, molti giovani si mettono alla testa del peggioramento. Pensiamo all’uso di punteggiare qualunque discorso con invocazioni al fallo maschile, naturalmente nel registro più basso, che inizia con la c. Un marziano giunto tra noi penserebbe che il fallo sia la nostra divinità, tanto ripetutamente viene nominato dai parlanti. Insomma, una vera fallolatria.

Ma la celebrazione del fallo viene poi alternata con quella dell’organo femminile, o con allusioni ad atti sessuali più o meno riprovati, con auguri agli avversari di subire trattamenti sessuali sgradevoli, e così via. È vero che la fantasia ormai scarseggia; ma se qualche utente del registro fallico, riscuotendosi da un uso meccanico delle espressioni, badasse al significato letterale delle parole, si accorgerebbe che il suo orizzonte è ormai dominato da organi sessuali maschili e femminili, da scene di stupro e di sodomia e simili. Un po’ di varietà, per favore! Anche questo malcostume è condiviso da molti nostri politici, vogliosi di celebrare la propria virilità; dovrebbero leggersi o rileggersi Eros e Priapo di Gadda. Non si può reagire col sorriso, quando si rifletta che richiamarsi ai fondamentali della nostra animalità, alla vitalità prepotente e incontrollabile del sesso, ci porta agli antipodi non solo della ragione e degli ideali, ma anche della razionalità e della capacità dialettica che dovrebbero contraddistinguere l’homo sapiens sapiens. E non dimentichiamo che i cosiddetti attributi, se da un lato vengono usati a designare vigore e potenza, dall’altro sono sinonimo di stupidità: una molteplicità di significati che ci porta nell’indifferenziato, là dove la parola non è ancora stata affilata per interpretare il mondo.

Cesare Segre
13 gennaio 2010

lunedì 22 novembre 2010

Gueffus


Salve a tutti!Oggi ci cimentiamo con la preparazione di dolcetti tipicamente sardi: i gueffus. Il nome, come del resto capita spesso per i cibi tipici dell'isola, cambia a seconda della zona, ma la ricetta di base rimane pressochè la stessa.
Gli ingredienti di cui abbiamo bisogno sono i seguenti:

500 grammi di mandorle
500 grammi di zucchero
2 bustine di vanillina
un bicchiere di liquore bianco (ad esempio Villacidro Murgia)
un bicchierino d'acqua di fiori d'arancio

Come si preparano.
Dopo averle pelate e macinate,insieme a tutti gli ingredienti, si mettono le mandorle in un tegame e si lasciano al fuoco per una decina di minuti, mescolando senza interruzione. Quando tutto si è rappreso, si lascia leggermente raffreddare e si formano a mano delle palline poco più piccole di una noce. Queste vanno rotolate nello zucchero e disposte ad asciugare. Infine si avvolgono come le caramelle, in carta velina di diversi colori, sfrangiata ai lati.

Può essere un'idea da provare magari anche con i bambini in giornate, come quella odierna, in cui piove e non si ha la possibilità di uscire a fare delle passeggiate.
Buon divertimento!

giovedì 18 novembre 2010

Esercizio



Salve a tutti! E' arrivato il momento di sottoporvi un altro esercizio di italiano. Quello che dovete fare è semplicemente scegliere l'opzione corretta fra quelle proposte. Buon lavoro!

1.Sai niente dell'incidente che è capitato a Francesco?
- No, non ... so nulla.

a.ne
b.ci
c.ce ne
d.lo

2 ... che lo sconosciuto aveva rubato tutto.

a.È stato chiaro
b.Era stato chiaro
c.Era chiaro

3 ... con te, purtroppo avevo molto da fare.

a.Sarei venuta
b.Verrei
c.Avrei venuto

4 Ogni volta quando passavano da Gianpiero ... a salutarlo.

a.fermavano
b.si fermavano
c.si sono fermati

5 I bambini dormivano ancora quando la mamma li ...

a.ha svegliati
b.aveva svegliati
c.svegliava

6 Il ragazzo, ... avete preso il libro, si chiama Marco.

a.da cui
b.da chi
c.dal cui

7 Quando ... piccolo mangiavo molto.

a.sono stato
b.ero
c.ero stato
d.sono

8 Stefania ... andare a cinema oggi.

a.volereva
b.vuoleva
c.voleva

9 Le ragazze ... volentieri una pizza, me l'hanno detto poco fa.

a.sarebbero mangiate
b.mangerebbero
c.avrebbero mangiato

10 La mattina ... con Marco.

a.ho parlato
b.sono parlato
c.sarei parlato

11 Per i biglietti ... pensiamo noi, li prendiamo domani.

a.ne
b.ci si
c.ci
d.ce ne

12 Mario, ... il gatto nel cortile!

a.non dimenticare
b.non dimentica
c.non dimentichi

13 L'anno scorso ... in Catalogna per due settimane.

a.andremmo
b.siamo andati
c.andremo
d.abbiamo andato

14 Appena ... alla stazione mi telefonerai.

a.arriverai
b.arriveresti
c.sarai arrivato
d.avrai arrivato

15 Belle queste rose! - ... ha date Cinzia.

a.Mi le
b.Mele
c.Me le

16 Quando sono giunta alla stazione il treno ... .

a.era già passato
b.già era passato
c.è già passato

17 La torre è ... della casa.

a.la più alta
b.più alta
c.di più alta

18 Siete stati a Barcellona per la prima volta: come ... ?

a.vi avete trovati
b.vi avete trovato
c.vi siete trovati

19 ... ha lasciato la finestra aperta? Fa troppo freddo oggi!

a.Cui
b.Chi
c.Che
d.Chiunque

20 Uno ... quando viaggia troppo a lungo.

a.si è stanco
b.è stanco
c.si è stanchi

lunedì 15 novembre 2010

Stereotipi

Ciao a tutti! Questa volta voglio proporvi un divertente video che mostra la diversità esistente tra italiani ed europei. Ovviamente si tratta di stereotipi, di credenze, che non sempre rispecchiano la realtà ma esistono. Tra queste il fatto che noi italiani siamo un popolo caotico, che non rispetta le regole, che preferisce guardare lo sport in tv piuttosto che praticarlo, che distingue tra i vari tipi di caffè quando va al bar, al contrario di ciò che accade negli altri Paesi europei. Il filmato presenta delle frasi in inglese, è vero, ma vorrei comunque sia chiedervi di guardarlo e soprattutto di commentarlo (in italiano!). Pensate sia vero tutto ciò che viene mostrato? Fateci sapere. Buona visione!

giovedì 11 novembre 2010

Close up


Salve a tutti! Vogliamo questa volta segnalarvi una rassegna cinematografica che si sta svolgendo a Cagliari e che si protrarrà fino al 13 dicembre. Si tratta di "Close up: cinema ai margini della contemporaneità". La programmazione prevede sedici film-documentario, ambientati in Paesi dove ancora sono presenti problemi di natura socio-politica, come Turchia e Iran. Vengono proiettati il lunedì e il mercoledì alle ore 19.00 e alle ore 21.00 presso la Sala Società Umanitaria in Viale Trieste 126. L'ingresso è libero e l'evento è stato organizzato dal Centro Servizi Interculturali Fairuz. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere all'indirizzo www.fairuz.it

lunedì 8 novembre 2010

L'usignolo dell'imperatore


Buondì ragazzi! Abbiamo questa volta in serbo per voi un piccolo esercizio di comprensione. Dovete soltanto leggere il brano e rispondere alle domande che seguono. Buon lavoro!

L'usignolo dell'imperatore

L'imperatore della Cina da un po' di tempo si annoiava. Ma un giorno, per caso, leggendo un libro, scopre che c'era qualcosa nel suo regno che non conosceva: un usignolo dalla voce dolcissima, nascosto nel folto di un bosco non lontano dalla reggia, il cui canto, si diceva, era la cosa più bella del mondo.
Dopo averlo fatto cercare, l'usignolo viene condotto al palazzo reale. Cantava così bene che l'imperatore piangeva di gioia e lo voleva sempre con sé.
Un giorno l'imperatore riceve in dono un usignolo meccanico e per un po' di tempo mette a tacere l'usignolo vero che, appena se ne presenta l'occasione, torna nel bosco. L'imperatore continuava a rallegrarsi del suo usignolo meccanico, che non poteva però durare a lungo.
Un giorno l'imperatore si ammala gravemente. A guarirlo fu il melodioso canto dell'usignolo vero, che l'aveva perdonato.
L'usignolo promette di andare ogni giorno a far visita all'imperatore, a condizione di essere lasciato libero nel bosco.

1- L'imperatore ha avuto da sempre l'usignolo.

a)vero b)non si sa c)falso


2- L'imperatore era molto affezionato all'usignolo.
a)vero b)non si sa c)falso


3- L'usignolo torna nel bosco abbandonando l'imperatore perché invidioso dell'uccellino meccanico.

a)vero b)non si sa c)falso


4- L'usignolo, con il suo canto melodioso, guarisce l'imperatore.

a)vero b)non si sa c)falso


5- L'usignolo viene costretto a far visita all'imperatore ogni giorno.

a)vero b)non si sa c)falso

sabato 6 novembre 2010

La vita in versi


Buongiorno ragazzi! Questa volta vi vogliamo suggerire un evento che si terrà nella nostra città fino al 28 novembre. Si tratta di "La vita in versi", uno spettacolo teatrale che ha come protagonista l'attore Franco Graziosi, il quale sarà personalmente in scena il 20 novembre. Il tutto ha origine dalla passione di quest'ultimo per la poesia e la musicalità della lingua sarda, che si intrecciano a temi religiosi, spirituali a politici del mondo odierno. La messa in scena avrà come cornice il Teatro Massimo di Cagliari e gli orari sono svariati, per cui, a chi fosse interessato, si consiglia di consultare il sito www.teatrostabiledellasardegna.it o quello del Comune di Cagliari.

martedì 2 novembre 2010

Halloween


Buongiorno a voi! Dato che la festa era appena due giorni fa, parliamo oggi di Halloween. Tutti sanno che si tratta di un' occasione nella quale ci si maschera con costumi che hanno a che fare col tema horror: streghe, vampiri, scheletri e via dicendo. I bambini vanno in giro per le case a chiedere "dolcetto o scherzetto?" a coloro che aprono loro la porta e si divertono. Non tutti però sono al corrente delle origini di questi festeggiamenti. Iniziamo dal nome, che non è altro che la variante scozzese dell'espressione "All-Hallows Even", cioè "la sera di Tutti i Santi". Ha quindi origini celtiche, non americane, contrariamente a ciò che la maggior parte delle persone pensa. Aveva inoltre un valore religioso, cristiano per l'appunto, che si è poi perso col passare del tempo, per lasciar spazio alla festa laica e consumistica che è oggi. Il suo simbolo inizialmente era la rapa che, scolpita e con l'illuminazione delle candele, aveva la funzione di allontanare gli spiriti maligni. Successivamente questa è stata sostituita dalla zucca, più abbondante nel Nord America e la tradizione è arrivata fino a noi. Diteci un po': cosa pensate di Halloween? Raccontateci se l'avete festeggiato e come. Aspettiamo i vostri commenti!