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lunedì 24 maggio 2010
Marcello Fois - Sempre caro
Buongiorno carissimi amici! Quello di cui vi voglio parlare oggi ha a che fare con un personaggio che gli stessi sardi conoscono poco, pur essendo un loro conterraneo. Si tratta di uno scrittore contemporaneo pluripremiato: Marcello Fois. E' nato a Nuoro nel 1960 e si è laureato in italianistica presso l'Università di Bologna nel 1986. Tuttora risiede con la famiglia in quella città dove, oltre a scrivere romanzi, collabora alla stesura di sceneggiature televisive, cinematografiche e teatrali. Ciò che più colpisce del suo modo di scrivere è il linguaggio. Infatti questo è caratterizzato dal frequente inserimento di parole in dialetto come faceva anche Grazia Deledda. La differenza tra i due però sta nel fatto che, mentre Deledda dava una spiegazione tramite le note del significato, Fois non lo fa. Nel suo caso è il lettore che deve essere incuriosito e stimolato a ricercare le parole e il contesto a cui appartengono, non lo scrittore che deve dare una spiegazione. Certamente molti potrebbero essere scoraggiati o portati a eliminare una simile lettura, ma per chi ama la Sardegna o è in qualche modo interessato a conoscerla, è un'occasione da cogliere al volo. Così come la Deledda, sua più nota concittadina, anche lui ambienta i suoi romanzi a Nuoro, nel centro della Sardegna, per lo più in un periodo che è quello della fine del 1800. In particolare in "Sempre caro",primo libro di una trilogia, siamo poco dopo l'unificazione d'Italia, quando la Barbagia era ancora quella zona della Sardegna che non si riusciva a domare totalmente. In questo contesto, il protagonista, l'avvocato Bustianu, personaggio realmente esistito, in quanto non è che il noto poeta Sebastiano Satta, si trova a dover difendere un giovane accusato ingiustamente di abigeato, reato comune nella Sardegna di allora. Le cose sembrano complicarsi ma grazie all'ingegno, all'astuzia e alle conoscenze di Bustianu, tutto si risolve nel migliore dei modi. E' un giallo che incuriosisce e lascia col fiato sospeso fino all'epilogo. Particolari e molto liriche le parti in cui si descrive il paesaggio dei monti del Gennargentu presso cui si reca spesso il protagonista a passeggiare e a riflettere. "Sempre caro" è collegato appunto a queste sue passeggiate durante le quali arrivato a un certo punto lui si ferma e contempla il paesaggio, pensando ai versi dell'Infinito di Leopardi:"Sempre caro mi fu quest'ermo colle..."con cui ha anche inizio il romanzo. Si legge in poco tempo anche per la sua brevità, sono circa un centinaio di pagine...e ne vale la pena!Anche perchè in tal modo non solo si può esercitare l'italiano ma anche imparare qualcosa di più sulla nostra isola e sulla sua lingua...e non saperne di più è sempre meglio! Godetevelo!
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