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martedì 17 maggio 2011

Gita!




Ciao ragazzi, come state? mentre noi siamo qui a lavorare i nostri studenti sono in gita a Dolianova: meta la cattedrale di San Pantaleo e il museo della tradizione olearia "sa mola de su notariu". Chissà come si stanno divertendo...confesso di essere un po' invidiosa! Visto che non siamo lì con loro accontentiamoci di qualche notizia e qualche fotografia prese dal web, poi ci faremo raccontare tutto.
Parliamo ora della cattedrale.
San Pantaleo di Dolianova è fra le chiese medievali più importanti in Sardegna. Oltre all'imponenza dell'architettura, i motivi di attrazione risiedono nel ricco ed esuberante decoro scultoreo, sia all'esterno sia all'interno, dove sono custodite importanti opere d'arte pittorica.
La chiesa sorge in un sito in cui la presenza cristiana, risalente al V-VI secolo, è testimoniata dal ritrovamento di una vasca battesimale e di un pilastrino databile alla seconda metà del X secolo.
La diocesi esisteva già nel 1089, quando il vescovo Vigilius figura come testimone all'atto di donazione del giudice di Cagliari Costantino II ai monaci benedettini di San Vittore di Marsiglia.
L'ex cattedrale dell'antica Dolia fu edificata in tre fasi tra il XII e il XIII secolo e conclusa tra il 1261 e il 1289 ad opera di maestranze provenienti dal cantiere della chiesa di Santa Maria di Bonarcado. Al 1170 si riferiscono l'impianto trinavato, i pilastri cruciformi e tratti di muratura (fase in cui ebbe un ruolo importante il "magister Bonanus" citato in una delle iscrizioni della chiesa), mentre l'alzato è pertinente al XIII secolo.
La chiesa (m 30 x 13, alta m 15 circa) è in pietra tufacea locale. Ha pianta longitudinale trinavata con unica abside a S/E e copertura lignea derivante da una variazione del progetto originario che, vista la presenza di robusti pilastri, prevedeva volte in pietra. A s. della facciata si erge il campanile.
Paraste d'angolo e lesene ritmano una divisione in specchi, mentre teorie di archetti semicircolari si contrappongono ad altri interrotti da un lobo. La stessa varietà interessa i peducci di imposta degli archetti, con soggetti fitomorfi, antropomorfi, zoomorfi e di fantasia, figure mostruose e geometriche. La ridondante decorazione si completa con l'architrave del portale d'ingresso, un marmo romano riutilizzato, con serpenti tra le canne in rilievo. All'interno si segnalano i capitelli decorati con scene del Nuovo Testamento e quello, ormai gotico, con foglie a "crochet".
Sempre nell'aula si conservano gli affreschi medioevali dell'abside, quello con l'"Albero della Vita" sul fianco d. e il "Retablo di San Pantaleo", realizzato tra la fine del '400 ed i primi del '500.
La cosa mi incuriosisce parecchio, la prossima volta ci andrò anch'io! Per ora vi lascio con le immagini, alla prossima!

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